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Spettacoli dal vivo, 7 Regioni chiedono un 'vero confronto'
Bori (Umbria): 'Non si può governare la cultura da soli'
"Non si può governare la cultura da soli e senza ascoltare chi, ogni giorno, la costruisce sui territori": è quanto osserva il vicepresidente della Regione Umbria e assessore alla cultura, Tommaso Bori, spiegando che sette Regioni chiedono l'attivazione di un tavolo con il ministero. "Lo abbiamo detto chiaramente anche a Roma - sottolinea Bori sui social - nel confronto avuto nei giorni scorsi con il sottosegretario alla Cultura Mazzi: le Regioni devono essere ascoltate. Quel tavolo istituzionale, pur importante, non ha dato risposte soddisfacenti. Per questo, insieme ad altre sei Regioni - Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Puglia, Sardegna e Valle d'Aosta - abbiamo deciso di scrivere al Ministro Giuli con una richiesta chiara: aprire un vero confronto, strutturato e trasparente, su criteri e scelte che impattano in modo profondo sullo spettacolo dal vivo e su tutto il sistema culturale nazionale". "Le nuove modalità di assegnazione dei fondi - commenta ancora Bori - rischiano di penalizzare l'innovazione, il rischio culturale, l'accesso dai territori periferici, favorendo unicamente chi produce incassi. Ma la cultura non è (solo) un business. È servizio pubblico, pluralismo, comunità". "Chiediamo quindi l'attivazione di un tavolo tra Regioni e Ministero - spiega - per scrivere insieme le regole; la revisione trasparente delle valutazioni; commissioni eque, competenti e rinnovate. Le Regioni ci sono, pronte a fare la loro parte. Ora serve che il Ministero ci ascolti. Difendiamo insieme una cultura pubblica, viva e partecipata. Le scelte non si impongono: si condividono".
E.Rodriguez--AT