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Baustelle, 'la coerenza è rispetto per la musica'
Band al Premio Tenco per riconoscimento alla carriera
(di Carlo Mandelli) Al Teatro Ariston di Sanremo, ieri sera in scena la seconda delle tre serate del Premio Tenco 2025, condotta da Silvia Boschero e Antonio Silva. Tra i protagonisti i Baustelle, Anna Castiglia, Simone Cristicchi con Gnu Quartet, Ricky Gianco, La Niña, Moni Ovadia con Giovanna Famulari e Michele Gazich, oltre a Caroline Pagani e a Omar Pedrini con Massimo Priviero. I Baustelle hanno ricevuto sul palco il Premio Tenco 2025 alla carriera che, come recita la motivazione del riconoscimento, premia "una band che ha fondato la base culturale ed estetica di molta canzone d'autore degli ultimi vent'anni, capace di fondere timbriche rock in un racconto che ha saputo fotografare la società patinata e il disincanto di una generazione". "Venticinque anni cominciano a essere tanti - ha raccontato Francesco Bianconi, che dei baustelli è da sempre voce e penna - ma il mio segreto è non pensarci troppo. Ogni fase della vita porta un nuovo modo di guardare alla musica e a se stessi. Il vero segreto, forse, è accettare il tempo che passa e continuare a fare quello che senti, senza compromessi come ho sempre fatto". Un atteggiamento, quello della libertà artistica, che Bianconi rivendica come cifra identitaria dei Baustelle. "Abbiamo sempre seguito un'idea nostra - ha spiegato - anche quando non coincideva con quella del mercato. Credo che la coerenza, anche se può sembrare un limite, sia in realtà una forma di rispetto per la musica". Rievocando gli inizi dei Baustelle, l'artista ha ricordato la sua formazione e il legame con la scrittura: "Da ragazzo volevo fare lo scrittore o il giornalista - ha raccontato Bianconi - e c'era in me un'urgenza di raccontare, di mettere in musica una sostanza emotiva e sentimentale. È da lì che tutto è nato: dalla voglia di unire parola e melodia, racconto e emozione". Bianconi, sempre a margine delle attività del Premio Tenco, ha riflettuto anche sul ruolo dei Baustelle nella scena italiana. "Quando i giovani artisti mi dicono che si sono ispirati a noi, mi fa piacere, ma è anche una responsabilità. All'inizio non c'erano modelli come il nostro: o facevi pop radiofonico o restavi nell'underground. Noi abbiamo cercato di creare un ponte tra le due cose, di portare un certo tipo di profondità nel pop. Forse è questo il nostro contributo". All'Ariston i Baustelle hanno proposto una versione da camera di alcuni dei loro brani più significativi, accompagnati da un quartetto d'archi. "Abbiamo scelto canzoni che rappresentano ciò che siamo oggi - ha spiegato ancora Bianconi - con una sintesi del nostro linguaggio e della nostra storia".
E.Hall--AT