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Gli dei umani di Wagner, incanta la Valchiria di Harding
Trionfa a Santa Cecilia apertura con il dramma in forma scenica
(di Luciano Fioramonti) Un ribollire musicale tumultuoso tra lunghi momenti in cui prende forma il dissidio tra gli obblighi del potere e il desiderio mosso dalle emozioni umane, un amore incestuoso tra fratelli contro le certezze della morale comune, un padre degli dei severo e intransigente che mostra tutta la sua debolezza nel desiderare per la figlia prediletta un uomo diverso da lui e "più libero di un dio''. Ha incantato il pubblico di Santa Cecilia La Valchiria di Richard Wagner in forma scenica voluta fortemente dal direttore musicale Daniel Handing per inaugurare, ieri sera, la stagione sinfonica. Lunghi applausi e molti 'bravo' hanno salutato l'esecuzione del capolavoro maestoso e intimo del compositore tedesco, prima giornata del Ring che assieme al Prologo nelle aperture dei prossimi anni verrà proposto integralmente come a Roma non accadeva dal 1961. Ha dunque superato con successo la prova la sala grande dell'Auditorium Parco della Musica, trasformata per la prima volta in teatro per l'allestimento voluto dal regista francese Vincent Huguet con la scenografia di Pierre Yovanovitch, un grande palazzo bianco ad evocare il ghiaccio delle saghe nordiche e i marmi della Roma imperiale, suggestioni rafforzate anche dai bei costumi di Edoardo Rossi in collaborazione con la storica sartoria Tirelli Trappetti. Per Harding, al suo primo confronto con la tetralogia wagneriana, l'ovazione finale è stata meritata ampiamente. Sempre misurato nel gesto, il maestro inglese ha condotto in modo impeccabile l'orchestra alla ricerca di un suono che rendesse giustamente il tormento dei personaggi e la forza dei sentimenti. Per il cast vocale, impegnato sul palcoscenico per quattro ore, il pubblico non si è risparmiato, in particolare per il potente e 'molto umano' Wotan di Michael Volle, uno specialista del ruolo, e le due soprano Vida Miknevičiūtė appassionata Sieglinde, e Miina-Liisa Värelä nella Brunnhilde ribelle alla volontà del padre. Bravi anche Stephen Milling (Hunding), Okka von der Damerau (Fricka) e Jamez McCorkle (Siegmud). Nell'ambientazione astratta del palazzo imperiale in cui gli dei occupano la parte alta scendendo poco a poco nel confronto con la condizione umana ha giocato un ruolo notevole anche il light designer Christophe Forey, con i lampi della tempesta iniziale, la stilizzazione al neon dell'albero nel quale è conficcata la spada che Siegmund riuscirà ad estrarre, i tagli di luce laterali a enfatizzare le ombre dei personaggi nei duetti, e la trovata di raccontare la celebre cavalcata delle Valchirie con un gioco di ombre cinesi. Le otto amazzoni in nero hanno occupato con grande verve la scena che apre il terzo atto lasciando spazio anche a una discesa dalle scale in stile musical. Vincent Huguet ha legato i miti nordici del mondo wagneriano alla Roma antica imperiale e alle similitudini del dramma con la tragedia greca e con le figure mitologiche della Città Eterna, a partire dai gemelli Sieglinde e Siegmund, i 'figli del lupo' al centro della vicenda. Il libretto scritto dallo stesso Wagner descrive l'ascesa e la caduta dell'impero di Wotan ma è anche il racconto della rinuncia all'immortalità, di Siegmund per amore della sorella Sieglinde, e di Brunnhilde punita dal padre a diventare una donna comune per aver cercato di salvare Siegmund. Die Walküre si replica il 25 ottobre alle 15 e il 27 ottobre alle 18.
F.Wilson--AT
