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Musica: Uto Ughi, Non dimentico l'emozione di suonare il Cannone
Il grande violinista è presidente della Giuria al Paganini
"Il livello di quest'anno è davvero molto alto. E debbo lodare l'idea di aver inserito una prova cameristica. Chi vince deve dimostrare non solo di avere tecnica, ma anche grande musicalità e la musica da camera è un banco di prova essenziale". Lo ha detto all'ANSA Uto Ughi, il grande violinista in questi giorni a Genova come presidente della giuria del Premio Paganini. "Ricordo la prima volta che venni in giuria, era il 1977, vinse Ilja Grubert e a giudicare con me c'erano Leonid Kogan e Sandor Vegh…". "Sono stato per anni contrario ai concorsi - ha detto Ughi -. Non mi piace l'idea della gara. E non mi piace giudicare: come si fa a dire che uno suona meglio dell'altro? Certo però i concorsi aiutano e soprattutto costituiscono uno stimolo per studiare e progredire…". Domani ci sarà la finale del Paganini con i tre concorrenti ancora in gara, tutti asiatici. Manca l'Europa. "E' un dato di fatto: l'Asia sta dominando. E in effetti non solo è in crisi il sistema musicale in Italia, ma anche in tutta Europa. Anche allo "Chopin" di Varsavia non c'erano europei. Un segnale poco confortante. Oggi da noi l'insegnamento della musica non funziona. Abbiamo dato vita a una Fondazione proprio per favorire un nuovo corso nella diffusione della educazione musicale. Abbiamo siglato un protocollo d'intesa con il ministro Valditara che è sensibile al problema. Come si fa ad esempio a non insegnare la storia della musica?". C'è il progetto, anche, di un'orchestra nazionale dei Licei musicali, "un progetto di grande valore e interesse - ha detto Ughi - che offre un importante riconoscimento a tutti i giovani dei licei musicali che dedicano il loro percorso di studi alla musica" e infine come fondazione è stata ideata una masterclass per i finalisti del Paganini che "si svolgerà a Milano in dicembre alla Pinacoteca Brera con il sostegno della Fondazione Venesio". I rapporti di Ughi con Genova sono sempre stati intensi: "ho suonato molto spesso qui, ho un particolare legame con la Gog. Ricordo Enrico Costa, un grande amico e un grande collezionista di straordinari strumenti. Non era un musicista professionista ma aveva un orecchio finissimo. Andavamo in giro per l'Italia o anche in Francia a provare violini. Un vero esperto". Infine un ricordo "legato a Genova: l'emozione di suonare il Cannone. Era qualcosa di magico, non dimenticherò mai la prima volta che l'ebbi tra le mani". (ANSA).
W.Morales--AT