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Musica, mode e vita. La storia nelle copertine dei dischi
In mostra all'Auditorium Parco della Musica 150 grandi cover
Le copertine dei dischi per raccontare quaranta anni di musica e storia, e come la grafica abbia influenzato la vita e le mode, il gusto e lo stile toccando intere generazioni. ''Immaginari Rock nell' era del vinile'', la mostra a cura di Stefano dello Schiavo che si inaugura il 19 giugno all' Auditorium Parco della Musica fino al 9 settembre promette un tuffo nel periodo di massimo splendore del vinile e si articola in sezioni tematiche e autoriali che mettono in luce la creatività dei graphic designer italiani e internazionali - Mario Convertino, Cesare Monti, Gianni Sassi Roger Dean, Rick Griffin, Martin Sharp - e di studi affermati come Hipgnosis, a cui si devono alcune delle cover più iconiche della storia del rock. L'esposizione è il capitolo conclusivo di questo particolare percorso promosso dalla Fondazione Musica per Roma, iniziato con "Synchronicity. Record Covers by Artists" (2010), dedicata alle copertine firmate da artisti visivi e "Grandi fotografi a 33 giri" (2012), incentrata sulle cover realizzate da celebri fotografi. Filo conduttore del racconto ''il forte legame tra musica e immaginario visivo, un connubio che per oltre sessant'anni ha trovato nella copertina del disco un potente strumento di espressione artistica e comunicazione culturale, con esiti talvolta molto radicali''. La mostra che si apre presenta oltre 150 copertine di dischi in vinile e quattro opere pittoriche provenienti dalla collezione Dello Schiavo. ''Fino al 1964 la grafica rock si era caratterizzata per una elaborazione formale meno raffinata rispetto a quella della musica classica e jazz - ha spiegato il curatore - : l'immagine fotografica del cantante o del gruppo, spesso elaborata secondo uno stile convenzionale, era uno strumento promozionale utile a rafforzare l'aura divistica del musicista e ad aumentare le vendite. È a partire dalla metà degli anni Sessanta che si assiste a una svolta decisiva: le band iniziano a considerare la copertina come parte integrante del messaggio musicale e a sviluppare un'identità visiva coerente con il proprio stile sonoro''. Da allora si sviluppò una stretta connessione tra musica e immagine, testimoniata dalle copertine psichedeliche, hippy e visionarie dei Beatles, dei Rolling Stones o dei Grateful Dead e di altri protagonisti della scena internazionale e della controcultura, di cui la mostra dà conto. ''Un fenomeno di convergenza tra linguaggio musicale e ricerca grafica che si intensifica nel decennio successivo, trovando una delle sue espressioni più radicali nell'estetica punk dei Sex Pistols, di Richard Hell o degli X-Ray Spex. Il punk, attraverso il rifiuto dei codici visivi dominanti e l'adozione di uno stile estremo e provocatorio, imprime una svolta radicale nella storia del design musicale, trasformando la copertina in uno spazio di dissenso visivo e di sperimentazione politica, in aperta opposizione alle logiche dell'industria culturale''. In questo nuovo contesto, la copertina si configura sempre più come ''un territorio ibrido'' capace di attrarre autori provenienti da ambiti contigui ma autonomi, come il fumetto d'autore testimoniato dalle firme di maestri del calibro di Robert Crumb, Guido Crepax, Hugo Pratt e Andrea Pazienza.
Th.Gonzalez--AT